La Libreria Piccolomini, un gioiello del Rinascimento a Siena
Quando si fa una visita guidata a Siena, uno dei luoghi che più di tutti merita di essere visitato è il Duomo di Siena. All’interno della chiesa ci sono delle straordinarie opere che, per l’arco cronologico che coprono, sono un viaggio in tutta la storia dell’arte. Percorrendo la navata della chiesa, rimarrete senza fiato quando, attraversando una piccola porta, andrete alla scoperta della Libreria Piccolomini a Siena.
La Libreria Piccolomini
Lo spazio ampio che il visitatore si trova davanti conserva una delle opere più importanti del Rinascimento: un ciclo di affreschi di grande bellezza che racconta la vita di Pio II, papa senese che apparteneva alla famiglia dei Piccolomini. L’autore di questo gioiello del Rinascimento è conosciuto con il nome di Pintoricchio, ma il suo vero nome di era Bernardino di Betto Betti. Questo artista era comunemente noto con il soprannome di Pintoricchio per via della sua corporatura minuta, tanto che in molti lo chiamavano “piccolo pittore”, al punto che quindi l’artista pensò di utilizzare il suo soprannome per firmare alcune opere.
Pintoricchio realizzò gli affreschi della Libreria Piccolomini a partire dal 1502, ma i lavori terminarono solo alcuni anni dopo. Il committente di questi affreschi si chiamava Francesco Piccolomini Todeschini che all’epoca era vescovo di Siena.
I riquadri della Libreria nel Duomo di Siena rappresentano i momenti importanti della vita di questo personaggio che è stato uno degli intellettuali più importanti del Quattrocento.
Perché una libreria?
Il motivo per cui fu chiamata “libreria” è perché questo grande spazio era destinato ad accogliere la collezione di libri di Enea Silvio Piccolomini che era zio di Francesco ed era stato papa con il nome di Pio II. Ed è proprio a quest’ultimo che sono dedicate le scene affrescate da Pintoricchio. Al secolo Enea Silvio (1405-1464), Pio II nacque nell’importante famiglia senese dei Piccolomini, in un villaggio che in origine si chiamava Corsignano e che fu ribattezzato Pienza, proprio in onore del pontefice.
Colori brillanti
Le scene si distinguono per dei colori brillanti e per una resa cromatica molto raffinata. Tra queste ve n’è una che si trova sulla parete d’ingresso alle spalle di chi entra.
L’incontro tra Federico III ed Eleonora del Portogallo
Questa rappresentazione è di grande importanza, poiché è una sorta di fotografia della Siena di metà Quattrocento. in una composizione piuttosto affollata, c’è modo notare quasi in primo piano la figura di Enea Silvio Piccolomini, all’epoca vescovo della Siena, mentre presiede all’incontro ‘pre-matrimoniale’ tra l’imperatore Federico III ed Eleonora di Portogallo. La cosa interessante è che il luogo immaginato dal pittore nella scena è un luogo che esiste davvero ed è proprio dove l’evento si tenne: siamo fuori la Porta Camollia, nella zona a nord della città.
Proprio come commemorazione dell’evento, sul luogo di quel prestigioso incontro del 1452 fu issata una colonna che è possibile ancora vedere.
Quando diventò Papa, Pio II incaricò Bernardo Rossellino, suo architetto di fiducia, di rimodellare il borgo di Corsignano secondo i principi teorici della prospettiva. Ma ci fu un motivo ben preciso per cui Pio II decise di far realizzare lì un concreto esempio dell’ideale dell’architettura rinascimentale; per scoprirlo potete prenotare una visita guidata di Pienza e della Val d’Orcia, così di avere anche modo di scoprire uno dei luoghi più incantevoli della Toscana ⟣