Tour del giardino di Boboli, l’anima umanista di un grande spazio verde
Dopo un paio di date rimandate causa maltempo, finalmente sabato 27 giugno 2020, alle ore 15:30, si è tenuta la visita guidata del Giardino di Boboli. Il tour al più maestoso parco di Firenze non vuole però essere semplicemente l’occasione di un’evasione verso l’esterno – cosa di cui se ne sente senz’altro bisogno dopo i mesi di isolamento forzato -, ma la proposta di ri-scoprire uno dei luoghi più sottovalutati di Firenze, ma in realtà ricchissimo di storia.
Non tutti sanno infatti che il Giardino di Boboli, così come lo si vede oggi, è il risultato di una stratificata sovrapposizione di lavori e di abbellimenti nel corso dei secoli, dalla metà del’500, quando furono avviati i primi lavori dalla duchessa Eleonora di Toledo, fino ai regnanti Savoia, passando per gli abbellimenti avvenuti nell’età del Barocco e del Rococò.
Consapevoli del fatto che, mai come in questo momento, è forte il desiderio di ‘ripartire’, beh, è forse il caso di ripartire proprio dalle origini. Potrà essere persino sorprendente appurare come quello che si è avuto sotto gli occhi fino ad ora abbia nasconda una storia multisfaccettata, che finora si era data per scontata.
Si deve ripartire dalle radici profonde di Firenze, così come profonde sono le radici dei secolari alberi che popolano questo grande giardino. La storia di Boboli inizia ufficialmente dal 1549, quando Eleonora di Toledo acquista con la sua dote il palazzo appartenente agli eredi di Luca Pitti e che aveva in dotazione anche uno spazio retrostante. Il nucleo originario costruito all’inizio è ancora quello che si può vedere in corrispondenza delle gradinate del teatro, ricavato nell’area dove un tempo vi era una cava di pietra forte.
Video Youtube di presentazione del tour (la data è riferita a un tour organizzato nel 2020)
I testi antichi
A nessuno verrebbe in mente che la creazione di questo teatro trova ispirazione in testi della letteratura classica che sia Eleonora e sia il suo consorte dovevano conoscere bene.
Tali rimandi testuali vedremo che sono stati importanti anche per la realizzazione di altre aree del parco. Uno degli aspetti meno conosciuti e anche per questo più affascinanti di Boboli è il suo trarre origine da fonti letterarie che venivano ritenute di grande importanza in quella cultura umanistica del quattro e del Cinquecento che trovava a Firenze uno dei suoi centri propulsori, cominciando da autori come Leon Battista Alberti che con il suo Re æaedificatoria riscopriva tutta l’autorità di Vitruvio, per seguire poi con Sebastiano Serlio e così via.
Gli antichi erano riscoperti e riprodotti, prendendo da loro gli spunti per gli Hortus urbani, luoghi di riposo e di otium. Ma se l’antica Roma era tramandata negli scritti, i riferimenti concreti che i membri della corte dei Medici avevano davanti agli occhi avevano una matrice culturale orientale, come i lussureggianti giardini di impronta araba che Eleonora di Toledo aveva nella sua originaria Napoli.
Ecco quindi tutti questi apporti sono importanti per leggere la simbologia del giardino di Boboli.
Il teatro è dunque il punto di partenza del nostro tour che ci porterà a scoprire i capolavori di scultura e di ingegneria idraulica che questo luogo vanta, come l’elegante fontana del Nettuno, o quella maestosa di Oceano, la cui scultura che la sovrasta è opera del Giambologna.
Oltre alle fontane, quello che vedremo nel tour del giardino di Boboli sono le statue con personaggi legati alla vita popolare, come si può ben vedere grazie alla rappresentazione dei giochi.
Una delle strutture più deliziose che vedremo durante il tour del giardino è la limonaia, simbolo di una pratica alquanto comune in Toscana ma che, come vedremo, si lega i modo particolare alla famiglia Medici.
Un’immagine del Kaffeehaus, Giardini di Boboli
Un viaggio indietro nella storia medievale di Firenze
Visiteremo il giardino del cavaliere, dove andremo a scoprire il significato di questo nome apparentemente semplice. Essendo uno dei punti più alti di Boboli, dalla terrazza di questo giardino ammireremo il bel panorama della zona sud-est di Firenze, dove si possono vedere importanti edifici della città, come la Basilica di San Miniato, le mura ‘arnolfiane’ e il Castello dei Galli.
Il museo delle porcellane, oggi ospitato nella casina del giardino, è un’ulteriore testimonianza della grande vivacità artistica di Firenze nei secoli addietro. Continueremo il tour del Giardino di Boboli visitando la Kaffeehaus, un interessante edificio che testimonia l’importazione di usi e costumi che nel ‘700 erano tipici dell’impero austro-ungarico.
Termineremo la visita guidata vedendo la Grotta di Madama e la maestosa Grotta grande, conosciuta con il nome di Grotta del Buontalenti, una creazione simbolo del gusto ‘alchemico’ imperante nella Firenze della seconda metà del Cinquecento.
Tramite questa descrizione sommaria, ritengo che si riesca bene ad evincere come il Giardino di Boboli condensi una storia plurisecolare, fatta di tanti esempi artistici espressione di diverse epoche e diversi gusti. Visitare questo luogo ameno tramite una visita guidata vuol dire riscoprire un pezzo importante della storia fiorentina.
Bibliografia
B.Edelstein, Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli. L’hortus albertiano come prototipo della reggia, in La fabbrica di Pitti. Strategie familiari, committenza e architettura da Luca Pitti a Cosimo I de’ Medici, 9 marzo 2004, Archivio storico di Firenze ⟣