Un trekking tra Monteriggioni e gli altri castelli della Val d’Elsa
Il trekking di Monteriggioni e degli altri castelli della Val d’Elsa è un imperdibile cammino nella storia di un meraviglioso territorio della provincia di Siena. Sebbene due delle tre tappe che vedrai in questo percorso sono raggiungibili in auto, è solo con un percorso a piedi che potrai godere delle suggestive viste su un paesaggio che ha conservato immutato, per larghi tratti, l’aspetto che aveva nel medioevo.
Pur con importanti testimonianze sin dall’epoca etrusca, è proprio nell’età di mezzo che la Val d’Elsa vive momenti significativi della sua storia e di cui vedrai i segni evidenti lungo il cammino: dalla Via Francigena, che collegava San Gimignano con Monteriggioni, alle strutture fortificate che servirono per difendere il confine della Repubblica di Siena, ai castelli dei signori locali in cui si perpetrarono vendette descritte da Dante nella Divina Commedia, questo trekking, della durata di cinque ore circa, è davvero un eccitante viaggio nella nella storia, circondati però dalla natura.
Abbadia Isola, gioiello del romanico
Il nostro trekking comincerà da Abbadia a Isola, antico monastero fondato nel 1001 che ancora oggi conserva nel suo nome un’antica caratteristica del luogo in cui sorge. Visiteremo la chiesa abbaziale di San Salvatore e Cirino, illustre esempio dell’architettura romanica nel territorio. Tra le opere di particolare rilievo ancora conservate all’interno andremo a vedere un affresco di Vincenzo Tamagni con l’iconografia del locale culto della Madonna della Cintola; vedremo poi un bellissimo fonte battesimale che riprende il dinamismo di Giovanni Pisano.
Un capitello misterioso…
Sull’altare maggiore avrai poi modo di osservare la pala quattrocentesca, realizzata dall’artista senese Sano di Pietro, dove nelle scene della predella si ritrovano le vicende dei santi particolarmente cari alla devozione locale oltre che all’ordine benedettino, l’ordine di monaci che per secoli si è preso cura di questo luogo sacro. Prima di lasciare la chiesa, avremo ancora modo di soffermarci su due opere alquanto singolari e ‘misteriose’: un’urna di età romana che riporta un’iscrizione riguardante la conservazione delle spoglie di San Cirino e infine un capitello di età romanica con la presenza di due uomini che tengono le mani sollevate e al di sopra dei quali compare una forma a spirale che ricorda quella di un serpente: si tratta di un’immagine dal forte contenuto simbolico e che vedremo insieme.
Castiglion Ghinibaldi
Una volta lasciata Abbadia a Isola, ci incammineremo verso Castiglion Ghinibaldi, seconda tappa del Trekking di Monteriggioni e dei castelli della Val d’Elsa.
Poco prima di essere arrivati al castello, un pannello ci indicherà il luogo dove ci fu una battaglia alla metà del Duecento: la cosiddetta “battaglia del canneto” coinvolse i monaci di Abbadia Isola, la comunità di Monteriggioni e il Comune di Siena… scopriremo più in dettaglio di cosa accadde.
Faremo una strada in salita, dove il dislivello sfiora i 30 metri su una distanza di 500 metri. Alla fine di questa salita ci troveremo davanti l’affascinante castello abbandonato conosciuto con il nome di Castiglion Ghinibaldi. Risalente nel suo nucleo originale al XIII secolo, la struttura prende il nome da Ghinibaldo Saracini, importante uomo di affari che nella prima metà del Duecento sposò la nobildonna senese Sapìa Salvani. Se la vicenda di Ghinibaldo è comune a quella di tanti altri uomini del suo tempo che fecero fortuna grazie ai commerci, è soprattutto quella di Sapìa a essere irresistibilmente intrigante, soprattutto perché di lei ce ne parla Dante Alighieri nel Canto XIII del Purgatorio, dove nel suo viaggio il poeta la incontra nella cornice degli invidiosi: la nobildonna sta scontando la sua pena per aver tramato una vendetta ai danni di suo nipote Provenzano Salvani. Man mano che rileggeremo i passi della Commedia, riportati anche in un’iscrizione del castello, scoprirai che quella vendetta fu perpetrata proprio qui! Vedremo quindi cosa avvenne in questo luogo nel 1269…
Dopo aver visto l’esterno di Castiglion Ghinibaldi (non è purtroppo possibile visitarlo all’interno perché il castello è abbandonato è pericolante in alcuni ambienti interni) riscenderemo verso la piana per raggiungere l’ultima tappa del nostro trekking dei castelli della Val d’Elsa: Monteriggioni.
Raggiungere l’ingresso del castello ti porterà a percorrere un’altra strada in salita lunga 250 metri con un dislivello di 25 metri. L’improvvisa rapidità del sentiero potrà sorprenderti, ma per fortuna è una questione di pochi metri, perché davanti a te vedrai sempre più vicina la solenne porta medievale di Monteriggioni. Questo castello rappresenta un’unicum nella serie di strutture fortificate che si trovano nella zona: non è semplicemente un villaggio che si è munito di una cerchia muraria, ma una articolata struttura fortificata, dalla forma ellittica, costruita completamente ex-novo in una zona dove l’antica Repubblica di Siena aveva la necessità di doversi difendere dalle continue incursioni della rivale Firenze.
Tra le mura di Monteriggioni
Se una volta che avrai varcato la soglia di ingresso al castello, questa sorta di cittadella ti sembrerà piccola e veloce da visitare, ti sorprenderà invece conoscere la sua storia, fatta di tanti piccoli ma importanti episodi che hanno cambiato il destino non solo di Monteriggioni, ma soprattutto del territorio circostante: è la storia incredibile fatta di uomini e donne fedeli a una causa, di monaci pretenziosi, di capitani di ventura disposti a tutto pur di salvare l’onore, di tanti operai impegnati alacremente nel duro lavoro di costruzione delle mura, e infine di fabbri dal nome improbabile e divertente.
Una volta conclusa la visita di Monteriggioni e avervi raccontato la sua storia avrete del tempo libero per portare magari con voi un souvenir, così come di salire sulle mura del castello, dotate di apposita passerella moderna, per ammirare il panorama circostante che ad est vi permette di scorgere l’abitato di Castellina in Chianti, mentre a Ovest vi fa intravedere le inconfondibili torri di San Gimignano.
Quando lasceremo Monteriggioni, imboccheremo un sentiero nel bosco che corrisponde all’antico tracciato della via Francigena, ancora oggi percorsa da migliaia di pellegrini e viaggiatori ogni anno. Nel bosco, caratterizzato prevalentemente da una vegetazione di macchia, abbiamo modo di notare una peculiarità del terreno di questa zona: un terriccio rosso che si vede adagiato su un suolo composto in prevalenza da calcare cavernoso. Il percorso nel bosco dà anche la possibilità di scovare ancora dove si trovavano un tempo dei piccoli villaggi medievali a vocazione agricola, così come i punti in cui in anni recenti sono state individuate delle sepolture a camera di età etrusca.
Dopo il bosco la strada ritorna in piano: mancano poche centinaia di metri per ritornare ad Abbadia a Isola, il punto di partenza; a indicare la conclusione di questo cammino troverai un albero di Roverella, già incontrato nel tratto dell’andata ma che ora noterai di più perché si sta per avvicinare l’ora del tramonto.