Una nuova esperienza di visita agli Uffizi
Sono state aperte le nuove sale dedicate alla pittura veneta, sale che arricchiscono l’esperienza di visita alla Galleria degli Uffizi. Grazie al nuovo allestimento delle sale dedicate ai pittori veneti del Cinquecento, trova ora spazio un nucleo di opere – quelle del museo fiorentino – che, come giustamente veniva ricordato in Finestre sull’Arte, è uno dei più importanti al mondo e che per troppo tempo è rimasto diviso, smembrato tra opere visibili e altre – molte – ricoverate nei depositi. Finalmente l’apertura delle nuove sale restituisce ai Veneti degli Uffizi nuova dignità e una visibilità inedita, mai apprezzata finora.
Un nuovo colore di fondo
Il verde che ora fa da sfondo è nelle nuove sale della pittura veneta nella visita alla Galleria degli Uffizi è di un colore bello, intenso, un colore per una pittura fatta puramente e precipuamente di colore. Oltre alle opere già permanente esposte, come la Venere di Urbino di Tiziano, c’è ora finalmente lo spazio per apprezzare quei dipinti che erano stati conservati nei depositi, come il bellissimo Martirio di Santa Giustina, un’opera del grande Paolo Veronese.
Paolo Caliari, detto appunto il Veronese, aveva restituito con la sua “iridescente” tavolozza l’immagine gloriosa della Venezia di metà Cinquecento, dove egli fu protagonista indiscusso. In questa piccola tela, egli rappresenta il martirio di Santa Giustina, martire padovana uccisa durante le persecuzioni di Diocleziano.
Martirio di Santa Giustina, P. Veronese, 1570-75, Galleria degli Uffizi
Una scena ‛non drammatica’
Ad eccezione del volto pateticamente sofferente della santa, in realtà qui nulla ci appare realmente drammatico. Veronese annulla ogni percezione della gravità dell’evento, questo grazie soprattutto alla capacità del pittore nel trasformare «in una solare e festosa allegria qualunque soggetto», persino un martirio.
In quest’opera ora nelle nuove sale della pittura veneta nella visita alla Galleria degli Uffizi, la drammaticità dunque ci sembra assente in questa scena, sebbene essa non sia priva di una significativa teatralità: le figure, rappresentate con una visuale dal basso verso l’alto – un’angolazione che fu tipica dello stile di Veronese – occupano il palcoscenico. La loro recitazione è aulica, solenne, un impressione che viene ulteriormente enfatizzata da una quinta architettonica che ci ricorda il classicismo degli edifici palladiani. Giustina, la protagonista di questo dramma teatrale, è vestita secondo la moda delle nobildonne veneziane contemporanee e il suo è in effetti un abito dai tessuti preziosi e dai colori cangianti. Il coltello che appena perfora il sensuale e candido petto della donna pare essere solo un effetto speciale cinematografico.
Come sul palco di un teatro
Quando si guarda questo quadro, passando attraverso il corridoio che ora collega le nuove sale degli Uffizi, si ha come la sensazione di sbirciare da una delle botole del palco, mentre gli attori sulla scena stanno interpretando il dramma e noi siamo i fortuiti spettatori di questo mondo variopinto che, inaspettatamente, si è aperto davanti ai nostri occhi con tutto il suo tripudio di suggestioni luminose, di colori squillanti e di pose seducenti.
Non tardate a visitare queste nuove sale, lo spettacolo è già iniziato ⟣