Il Palazzo pubblico di Siena, un simbolo della civiltà medievale
La visita guidata al Palazzo Pubblico di Siena è un’imperdibile esperienza di conoscenza di un luogo simbolo della civiltà medievale – tra i più famosi in Italia e nel mondo. L’elegante edificio, che si affaccia su Piazza del Campo, tra le più belle d’Europa e altrettanto densa di simbolismo civico, legata com’è alla storia del Governo dei Nove, è il monumento che con i suoi cicli di affreschi evoca ancora oggi l’epoca d’oro di Siena, offrendo inoltre uno dei più interessanti percorsi d’arte celebrativa dal Trecento all’Ottocento.
Cominceremo la nostra visita del Palazzo Pubblico di Siena dall’esterno, osservando la singolare struttura di marmo bianco che sorge sulla sinistra dell’edificio e che rimanda ad un evento che, per la sua drammaticità, ha segnato tutta la storia d’Europa. Entrando nel palazzo, il primo ambiente che troverai è il Cortile del Podestà; tradizionalmente legato alla corsa del Palio, il cortile si distingue per la sua notevole eleganza tanto da offrire l’irresistibile tentazione di scattare delle foto da differenti angolazioni per via dei suoi mirabili scorci.
Quando saremo qui, ti farò notare la stranezza di una statua menomata negli arti, chiamata dai senesi “il Mangia”: vedremo insieme qual è la storia che ha dato origine a questo simpatico nome.
La sontuosa Maestà di Simone Martini e il misterioso Guidoriccio
Nella Sala del Mappamondo vedrai la raffinatissima Maestà dipinta da Simone Martini. Opera del 1315, la scena ha una forte connotazione cavalleresca e, assieme ai tanti dettagli più tipici dell’arte orafa adoperati dall’artista – come le pietre incastonate e in rilievo – può essere annoverata tra le pitture più preziose della pittura medievale. Oltre alla sua preziosità tecnica, la Maestà di Simone Martini è una delle prime testimonianze letterarie del Trecento grazie ai suoi cartigli con iscrizioni in prosa e in volgare. Di fronte alla Maestà vedrai i resti di un mappamondo particolare, oggetto che ha dato il nome alla sala. A sormontare la forma circolare del mappamondo c’è l’immagine di Guidoriccio da Fogliano, uno dei personaggi ancora oggi tra i più misteriosi della storia dell’arte senese.
L’allegoria del “buon governo”
L’ultima sala della nostra visita guidata al Palazzo Pubblico sarà la Sala della Pace, ambiente che prende il nome dall’omonima figura allegorica dipinta da Ambrogio Lorenzetti in quello che è uno dei più famosi cicli di affreschi a tema profano: l’Allegoria del Buono e del cattivo governo e i suoi effetti in città e in campagna.
Quest’opera, che si dipana su tre pareti, è un capolavoro della pittura del Trecento non solo per la rarità del soggetto ma anche e soprattutto perché ci offre uno spaccato della vita e la società del tempo, motivo per cui gli affreschi sono stati oggetto di numerosi studi di ambito storico, artistico, antropologico, economico nonché per la storia del costume. Nel lato dedicato agli effetti del buon governo in città, ti mostrerò i dettagli degli edifici di Siena ancora presenti oggi e che il Lorenzetti poté già vedere realizzati proprio nel tempo in cui dipingeva.
Nella parte degli affreschi dedicati alla campagna, vedremo come, grazie ai toponimi presenti, Siena ebbe delle ambizioni politiche tali che la spinsero ad emulare le grandi repubbliche marinare.
Un animale tutto particolare
Nella felice immagine della campagna, un dettaglio desterà la tua attenzione: si tratta di un suino di una razza che è proprio tipica di Siena.
Dopo le stupende immagini del Lorenzetti, di Simone Martini e di Beccafumi comprenderai perché non potevi perderti una visita guidata al palazzo Pubblico di Siena: non è la visita a un museo ma la scoperta dell’essenza di una città, tanto amata e decantata nel mondo come emblema della civiltà comunale del Medioevo.