Basilica Santa Maria Novella, tesoro del Rinascimento fiorentino
La visita alla Basilica di Santa Maria Novella è uno straordinaria immersione nello splendore del Rinascimento fiorentino. il complesso, uno dei tre più importanti a Firenze per spiritualità e arte assieme al Duomo e alla Chiesa di Santa Croce, permette di apprezzare capolavori assoluti della storia dell’arte italiana, del periodo del Rinascimento in particolare. Con un percorso di 2 ore ci immergeremo nelle bellezze custodite all’interno della chiesa, come la Trinità di Masaccio e il Crocifisso di Giotto, vedremo il bellissimo Chiostro Verde, con le pitture di artisti come Paolo Uccello, visiteremo poi l’affascinante spazio del Cappellone degli Spagnoli, per poi entrare nello spazio del Refettorio, dove vedremo qui le fantastiche pitture conservate di Paolo Uccello con i misteriosi e intriganti affreschi delle Storie della Genesi, e concluderemo con la visita del maestoso chiostro grande, tutto affrescato con Storie di San Domenico e altri domenicani, e poi con il disorientante spazio del dormitorio.
Cominceremo la visita della Basilica di Santa Maria Novella dall’esterno, ammirando la sua bella facciata. Una delle creazioni più eleganti del Rinascimento fiorentino, la facciata della chiesa è uno dei capolavori dell’architetto Leon Battista Alberti, personalità insigne della storia dell’architettura italiana. Il grande studioso infatti, che teorizzò in un trattato gli studi sulla prospettiva del Brunelleschi, realizzò una facciata che si ammira per l’alto livello di armonia raggiunto.
Oltre al magnifico esempio di architettura, quello che andremo a scoprire su questa facciata sono alcuni simboli che sfuggono ad uno sguardo superficiale, come l’emblema del mercante che commissionò la decorazione.
Elementi astronomici
Assieme vedremo anche alcuni elementi messi in relazione a studi astronomici, compiuti presso il convento di Santa Maria Novella da Egnazio Danti. Sebbene questo sia un nome poco conosciuto ai più, vedremo come il ruolo di questo personaggio ha cambiato per sempre il nostro modo di concepire i giorni del calendario…
Dall’esterno sarà allora arrivato il momento di avvicinarci all’ingresso. nel farlo oltrepasseremo un bellissimo recinto marmoreo, tutto contornato da archi molto profondi detti avelli. Queste antiche sepolture furono usate nel corso del tempo per riporre i corpi dei defunti che in vita furono particolarmente legati alla Basilica; tra questi, troveremo anche l’antica tomba di un pittore molto noto del Rinascimento. Resterai divertito dall’aneddoto che che si cela dietro agli avelli e che fa parte ancora oggi di un tipico modo di dire fiorentino.
Varcata la soglia di ingresso rimarrai stupito dallo spazio solenne e elegantemente scandito da una selva di colonne ed archi a sesto acuto, forse l’esempio più propriamente compiuto di architettura gotica a Firenze.
Partendo nella visita dal fondo vedremo gli altari con le imponenti pale d’altare dipinte dalla seconda metà del Cinquecento per rinnovare l’originaria decorazione pittorica della chiesa.
Tra i vari altari raggiungeremo quello dove, non molti anni fa, è stata rimessa in luce uno degli affreschi capolavoro assoluto della pittura del Rinascimento: la Trinità di Masaccio. Dipinta dal pittore pioniere della prospettiva pittorica fiorentina, l’opera un caposaldo di tutta la storia dell’arte, simbolo com’è dello sviluppo prospettico di profondità.
La Croce di Giotto e gli affreschi di Ghirlandaio
Proseguendo verso l’altare maggiore, ammirerai da vicino al centro della navata un’altra opera cardine della storia dell’arte: la Croce dipinta di Giotto, un tempo conservata sempre a questo livello della chiesa ma posizionata su una struttura che un tempo arredava la chiesa; la sua scomparsa si deve a un evento storico molto specifico.
Seguendo con la visita della Basilica di Santa Maria Novella, una delle esperienze artistiche più belle che potrai mai avere a Firenze sarà la vista delle alte pareti della cappella maggiore, tutte magnificamente affrescate da Domenico Ghirlandaio con le Storie di Maria e di San Giovanni Battista. I registri su cui sono disposti gli episodi salienti dei due personaggi sono una testimonianza fondamentale di tutta la pittura del Rinascimento, in cui l’artista profuse tanti sforzi e tecnica, al punto che quello che avrai davanti agli occhi può essere a tutti gli effetti considerato il suo massimo capolavoro.
Il mistero del patriarca greco sepolto qui
Dopo aver ammirato le elegantissime figure del Ghirlandaio, vedremo dove riposano le spoglie di Giuseppe II, patriarca di Costantinopoli nel Quattrocento. Ma se la tomba del religioso è una delle numerose di questa chiesa, la strana presenza di un patriarca ortodosso in un edificio cattolico è una circostanza alquanto rara: scopriremo insieme la ragione di questa insolita presenza.
Accederemo al primo chiostro del complesso, quello immediatamente collegato alla chiesa, detto il “Chiostro verde” per via dell’utilizzo del verde come colore prevalente degli affreschi che decorano quest’ambiente. Prima di andare oltre non può mancare un giro dell’intero quadriportico per contemplare la visione del chiostro, della sua vegetazione e della inaspettata atmosfera di pace in cui le secolari pareti sembrano miracolosamente tenere lontano il quotidiano trambusto della città che scorre a pochi metri da qui.
Il Cappellone degli spagnoli
Dal Chiostro verde si accede a una degli spazi più suggestivi di tutto il complesso: il Capellone degli Spagnoli. Quest’ambiente, un tempo Sala capitolare dei frati domenicani, conserva oggi un ciclo di affreschi di rara bellezza, realizzato nella seconda metà del Trecento per celebrare il ruolo dell’Ordine nella rievangelizzazione di fedeli minacciati dalle correnti eretiche, così come per enfatizzare la centralità dei domenicani nelle conoscenze teologiche, come mostrato dal grande affresco con San Tommaso d’Aquino in cattedra; le figure di tre uomini in atteggiamento meditativo ai suoi piedi, assieme alle Arti liberali rappresentate ognuna con un simbolo davvero curioso — così come i cani maculati che azzannano dei lupi dipinti sulla parete opposta — preludono una profondità affascinante di significati che scopriremo insieme.
Le storie ‘visionarie’ di Paolo Uccello
La nostra visita a Santa Maria Novella prosegue con la visita del Refettorio, antico luogo di riunione e conviviali per i frati domenicani, oggi ricovero per alcuni dei dipinti più misteriosi del Rinascimento fiorentino: le Storie della Genesi affrescate dal pittore Paolo Uccello e qui oggi conservate, dopo il loro distacco dal Chiostro verde.
Le figure rappresentate sotto una luce insolita, con la presenza ‘doppia’ di elementi riferiti alla salvezza dell’uomo dopo il Giudizio universale, hanno a che fare, come avrai modo di scoprire con un evento storico importante che ebbe luogo a Firenze negli anni in cui l’artista realizzava nel Chiostro verde queste immagini.
Ultima tappa della nostra visita del complesso della Basilica di Santa Maria Novella sarà il Chiostro Grande, uno spazio enorme, largo ben sessanta metri per lato, dove gli artisti del cinque e Seicento hanno affrescato le storie di Cristo in parallelo con scene della vita di San Domenico.
Un inebriante caleidoscopio di immagini e di storie e quanto contemplerai con una visita guidata della Basilica di Santa Maria Novella, un’esperienza inaspettata di meravigliose immagini e arte che ancora sono custodite a pochi metri da dove la vita e il caos continuano a scorrere.