Trekking tra gli Eremi della Montagnola senese
Il trekking tra gli eremi di San Leonardo e di Lecceto è un cammino dello spirito che lega due importanti luoghi della spiritualità e dell’arte senese; immergendoti nel verde della Montagnola, attraverserai spazi pieni di storia e caratterizzati da una natura tranquilla che sembra assorbire, forse grazie alle sue tante cavità carsiche, la frenesia della quotidianità che continua a scorrere a pochi chilometri da questa vera e propria oasi di pace.
Il nostro punto di inizio del trekking è l’Eremo di da San Leonardo al Lago, luogo che dal nome suggerisce un’antica caratteristica di questa zona e che oggi, per un evento storico determinante, è un qualcosa che non c’è più. Un custode ci aprirà l’accesso a questo antica luogo di ritiro. Attraversando il corridoio che un tempo circondava il chiostro degli eremiti agostiniani, raggiungeremo la porta di quello che un tempo era la Sala Capitolare. I restauri fatti in questo ambiente di recente hanno riportato alla luce un prezioso capolavoro: una grande scena di Crocifissione. Vedremo insieme quest’opera affrescata da Giovanni di Paolo, uno dei più talentosi e meno conosciuti artisti della storia senese, che è di una ricchezza espressiva e tecnica davvero straordinari: dalla colorazione a monocromo ai gesti esasperati degli astanti sotto la croce di Cristo, fino ai giochi illusionistici fanno di questo dipinto qualcosa di imperdibile.
Dopo aver ammirato la Crocifissione, ci sposteremo all’interno della chiesa, un spazio che, seppure a navata unica, ti sorprenderà per la sua eleganza gotica che viene del tutto celata dall’aspetto austero dell’esterno che si presenta invece con una struttura a capanna, secondo un modello già adottato dagli ordini mendicanti.
Gli affreschi gotici dell’eremo
Arrivando davanti all’altare, ti racconterò la storia che si cela dietro alle quattro simpatiche scenette che sono rappresentate ai lati della cappella maggiore. In quest’ultima poi ammirerai, in quella che è la tipica eleganza del Trecento senese, le scene mariane dipinte da Lippo Vanni che sono lo Sposalizio della Vergine, la Presentazione di Maria al Tempio e l’Annunciazione. Ci soffermeremo particolarmente su quest’ultima scena i cui effetti di illusionismo spaziale sono talmente ben studiati che farai fatica a comprendere dove finisce lo spazio reale e dove comincia quello del dipinto.
Una volta lasciato San Leonardo, intraprenderemo il vero e proprio cammino che ci porterà verso l’Eremo di Lecceto. Dopo una breve discesa, avremo davanti quella che è effettivamente l’unica parte più impegnativa di tutto il percorso: con settantacinque metri di dislivello su una distanza di un chilometro e cento, saliremo per una strada mulattiera molto aperta. Finita la salita, inizierà la zona più coperta che, se siamo in un periodo estivo, offrirà un buon riparo dai raggi solari; qui la vegetazione è quella tipica da macchia: trovandoci a non più di trecento metri di altitudine ed essendo anche un’area relativamente protetta dalle correnti, attraverseremo un bosco composto essenzialmente da querce come i lecci e da molte ericacee.
Durante il nostro trekking tra gli eremi scopriremo anche da dove viene la caratteristica colorazione rossiccia del terreno, così come l’affascinante storia della componente rocciosa che intravvederai oltre il terriccio: il calcare cavernoso.
Ecco allora che scoprirai come la zona che percorreremo, apparentemente uniforme e compatta nella sua costituzione stratigrafica, è in realtà punteggiata da una serie di cavità ognuna con un nome particolare, spesso dovuto anche all’antica presenza degli eremiti agostiniani che le frequentavano… Dopo alcuni piccoli dislivelli, raggiungeremo una zona dal terreno molto più regolare, con una carrabile sterrata, quindi facile da percorrere. Dopo due chilometri saremo giunti all’Eremo di San Salvatore a Lecceto.
Le monache agostiniane custodi dell’eremo
Ad accoglierti in questo luogo, completamente immerso nel verde, sarà la amena vista del viale che precede il portale d’ingresso in pietra; alla fine della linea di querce vedrai la torre campanaria seicentesca, circondata da una cortina muraria che, se da una parte ti suggerirà l’idea di uno spazio chiuso, dall’altra ti riporterà a una dimensione protetta e intima, proprio come quella che coltiva la comunità agostiniana di monache di clausura che, ancora oggi – uno dei pochi casi di continuità nei secoli dello stesso ordine monastico nello stesso luogo – custodiscono questo eremo.
Una volta varcato il portale d’ingresso, sulla destra vedrai la chiesa dell’eremo che è anticipata da un portico: rimarrai affascinato quando ti accorgerai che, sotto al portico dai colori sbiaditi, ancora si intravedono degli affreschi che presentano scene di carattere moraleggiante: dalle figure di uomini pii a quelle di diavoli con ali bizzarri, passando per la rappresentazione di ruote dentate che stritolano coloro che vi cadono sopra, la vivace iconografia di queste immagini, che strida in maniera evidente con la tranquillità che il luogo emana, è legata all’antico passato dell’eremo e ai personaggi che qui vissero. Entreremo all’interno della chiesa, dove una quasi la metà dello spazio è ancora riservato alla preghiera delle sorelle agostiniane.
L’aspetto barocco dell’interno cela decorazioni più antiche risalenti al medioevo, come si può vedere su alcuni punti dove permangono affreschi che rappresentano santi legati a eminenti personaggi senesi e non solo. Tra questi vi fu anche Santa Caterina da Siena, che più volte venne a Lecceto per incontrare un importante frate agostiniano proveniente da Oxford…
Concluederemo la visita dell’Eremo con il chiostro grande, elegante spazio rinascimentale in cui la comparsa frequente dello stemma dei Piccolomini rivela, come vedremo, l’attenzione che l’illustre famiglia senese riservò a questo complesso tanto da dedicargli alcune importanti commissioni artistiche.
Concluderemo il nostro trekking tra gli Eremi ritornando verso San Leonardo al Lago e lo faremo seguendo una piccola variante che dopo un po’ ci riporterà sul percorso fatto all’andata, ammirando questa volta scorci che prima ci erano sfuggiti. Se una volta finito il cammino sentirai le tue gambe un po’ stanche, il tuo spirito si sarà pienamente ritemprato, perché avrai inaspettatamente ritrovato nella natura due tasselli importanti dell’arte e della spiritualità in terra di Siena.